[Figaro Pasquale Capone, 7Kb]

de echte herenhaarverzorger van haar en ziel

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Il maestro di Amsterdam

Pasquale Capone, barbiere immigrato calabrese

Uit: Famiglia Cristiana Settimanale di attualità informazione e cultura, 19/2007.

[63Kb] [47Kb] A destra: Pasquale Capone davanti al suo negozio e un disegno omaggio dei suoi amici. Sopra, dall'alto: l'interno del salone da barbiere; Capone a passeggio per le vie di Amsterdam; degustazione di vini italiani nella capitale olandese.

Direttore responsabile: Antonio Sciortino.

Lo chiamano Figaro e lo amano perché è un filosofo che ferma il tempo. Per lui, la rasatura all'antica e la vita sono arti. Da imparare con pazienza ed esercitare con allegria.

Amsterdam
Il giorno dopo che i medici gli dissero di avere due tumori, Pasquale Capone, calabrese di Sorianello (Vibo Valentia), l'italiano più famaso d'Olanda, dove è noto come "Figaro", maestro della rasatura all'antica e medico dell'anima, fece una telefonata: "Bruno, sono disperato", disse all'amico, "solo tu puoi aiutarmi". "Come?". "Devi disegnare per me il biglietto d'invito più bello della tua vita. L'invito al mio funerale che piaccia anche a quegli amici che hanno paura della morte. Che sia allegro, un omaggio alla morte degno complemento di una bella vita. Però niente data, eh!, perché, grazie a mia madre e a padre Pio, io vivrò".

A Pasquale ha fatto uno strano effetto scoprire di avere a che fare con questa malattia, proprio lui che guardando i capelli dei suoi amici prevedeva, meglio di una Tac, quel male: "Su di me non potevo, perché di capelli non ne ho neanche uno".

Artigiano, artista, regista degli altri e di sé stesso, il "Figaro di Amsterdam" può comunque dire di essere stato fra i pochi uomini la cui vita non è stata dettata da altri, ma un romanzo inventato da sé stesso, dalla valigia dell'emigrante verso Roma, alla fuga verso l'Olanda inseguendo il profumo di una donna stupenda che gli presentò Volontin, mitico parrucchiere di Audrey Hepburn, fino all'incontro casuale con papa Wojtyla.

Lo Stato che c'è ma non esiste
"Dovevo portare a un cardinale olandese un omaggio e mentre ero con il porporato arrivò all'improvviso il Papa. Gli dissi che avevo per lui una tavoletta di cioccolato di Amsterdam con sopra le sue iniziali. Ce l'avevo davvero quel cioccolato con sopra la "P" di Pasquale, ma quella volta funzionò per "P" di Papa, che ci credette. "Lei è molto coraggioso", mi disse. E un po' era vero, perché in Vaticano ci entrai con una delle mie trovate: avevo telefonato negli uffici del cardinale olandese dicendo che ero l'ambasciatore del Begijnhof".

Lo "Stato del Begijnhof", che c'è ma non esiste, sta all'angolo della Kalverstraat con la Begijnesteeg, una delle vie più centrali di Amsterdam. È un antico convitto per "bigotte", donne che hanno rinunciato al matrimonio, ed è famoso anche perché si dice che sotto il prato di questo particolare convitto è sepolto il famoso violinista italiano Pietro Locatelli, le cui note risuonano sempre nel vecchio locale di fronte al Begijnhof, dove Pasquale da quasi cinquant'anni scrive le pagine del romanzo della sua vita.

"Pasquale è il mago del tempo, lo ferma, lo ignora, lo doma", racconta Martin Simek, giornalista famoso e vecchio amico di Pasquale. Nel salone di Capone, tra Pinocchi di legno, quadri (tracce dell'utima mostra di qualche amico artista) e due poltrone da barbiere, il tempo viene allontanato: "I miei amici sanno che qui non c'è posto per la fretta". Da Figaro arrivano da decenni i personaggi più celebri dell'Olanda; industriali, principi, attori, noti calciatori soprattutto quelli della Grande Ollanda che inventarono il calcio totale: Krujff, Haan, Kroll e qualche volta anche il più recente Rijkaard.

Nella "casa dell'orologio che all'incontrario va", Figaro esprime tutto il fascino dell'artista, del filosofo e del regista. Agli ospiti petulanti non dice mai: "Stai zitto", ma "qui la regìa è mia". Ed è così; a qualcuno fa declamare i versi di una poesia, a un altro fa raccontare qualche esperienza che valga la pena di essere discussa tra un calice di vino italiano, pane e soppressata, mentra lui, come dice, cura i capelli come fossero "antenne dell'anima".

"Tocco i clienti, accerezzo la loro pelle prima di rasarli, li ascolto mentre si sfogano e si rilassano, danno fiducia a uno che in fondo gli maneggia un rasoio affilatissimo sotto la gola. Io sono un artigiano che non c'è più. Dopo di me ad Amsterdam nessuno raderà barbe nel modo antico. D'altra parte, per imparare un'arte come questa ci vogliono tre anni, mentre per imparare a fare l'acconciatore bastano pochi mesi. Una società senza artigiani è senz'anima".

Abilità, dignità, stabilità
Così è nato il "Movimento dei pasqualisti" per una società migliore, un mondo dove non siano le sole tecnologie e Internet a farla da padrone. Le parole d'ordine sono: "Più abilità, più dignità, più stabilità, e anche più Europa".

Più Europa perché Pasquale, da piccolo, ricevette dal padre, che era stato immigrato in America, una lezione fondamentale: "Tu fai l'europeo, perché dove gli Stati sono uniti ci sono prosperità, benessere e pace".

Questo è Pasquale Capone detto Figaro, che ogni giorno, da quando si è saputo della sua malattia, viene sommerso di fiori e biglietti di stima e di amore. Se ne sono accorti anche i medici dell'ospedale di Amsterdam chi è Figaro. Non volevano fargli le terapie il sabato, la domenica e il lunedì, giorni nei quali Pasquale è più disponibile perché non lavora.

"Le pillole sono tutte uguali, gli uomini no", ha protestato Pasquale. Naturalmente è andata come ha voluto lui. "Perché la regia", sorride Figaro, "è sempre la mia".


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